La resistenza antimicrobica (AMR) è in costante aumento: 670.000 infezioni e 33.000 morti all’anno nell’UE sono attribuibili a batteri resistenti agli antibiotici. Nonostante l’emergenza sanitaria, gli investimenti privati nella ricerca di nuovi antimicrobici restano scarsi, complice un modello di mercato che scoraggia lo sviluppo di farmaci destinati a essere usati il meno possibile per limitarne la diffusione della resistenza. Ma secondo una ricerca condotta da Charles River Associates per conto della Federazione Europea delle Industrie e Associazioni Farmaceutiche (EFPIA), l’adozione del Transferable Exclusivity Voucher (TEV, voucher di esclusiva trasferibili) comporterebbe costi per gli Stati membri europei inferiori del 45% rispetto a quanto stimato precedentemente dalla Commissione Europea.
Il TEV punta a risolvere il dilemma legato alla produzione di nuovi antibiotici offrendo un incentivo di mercato: chi sviluppa un nuovo antibiotico riceve un voucher che permette di estendere di un anno l’esclusiva di un altro prodotto commerciale, ritardando così l’ingresso dei generici e massimizzando i profitti. Non si tratta dunque di un finanziamento diretto pubblico, ma di una modalità indiretta di supporto economico, che secondo Efpia rappresenta “una soluzione equilibrata e sostenibile per rilanciare l’innovazione antimicrobica”.